domenica 18 luglio 2010

La prima bella pezza che ho dovuto mettere al mio cuore è stata la fine del mio primo matrimonio.
Per una serie di motivi con cui non vi voglio annoiare, ho intrapreso la causa per l’Annullamento in Chiesa, causa che a tutt’oggi è in corso.
I processi presso i Tribunali Ecclesiastici sono ultimamente in aumento, non so se è perché la gente sta (ri)scoprendo questa ulteriore possibilità, oppure se c’è più informazione, o se si tratta di una moda, o se la Chiesa ha reso più potabile e alla portata di tutti un procedimento che un tempo era più costoso… non so, ma una cosa è certa. C’è ancora molta “ignoranza” in materia, nel senso che i più ignorano sia la prassi per accedervi, sia l’iter, sia, soprattutto, la logica che sta dietro un processo presso il TE (Tribunale Ecclesiastico).
Premetto che non sono un avvocato, e quindi è possibile che io non usi dei termini del tutto corretti giuridicamente, eppure mi piacerebbe dare alcune dritte per chi fosse (ahilui / ahilei) interessato/a all’argomento.
Il primo concetto da chiarire è che il matrimonio non viene affatto ANNULLATO, come generalmente si crede, ma viene DICHIARATO NULLO.
Non è solo un gioco di parole: se il matrimonio fosse annullabile, vorrebbe dire che qualcuno arbitrariamente può decidere di cancellare qualcosa che c’è stato.
Invece il presupposto per accedere a un procedimento presso il TE è che si presupponga che il matrimonio in questione sia già NULLO. Cioè, che al momento della celebrazione sussistessero fatti e ragioni tali per cui, anche se i due sposi hanno detto “Sì” davanti all’altare, il Sacramento non potesse compiersi.
Irrilevanti ai fini della dichiarazione di nullità gli anni di matrimonio, la presenza di figli e quant’altro. Se il matrimonio è nullo, lo è a prescindere dalle condizioni al contorno e da quel che succede dopo il “Sì”.
Quindi, in buona sostanza, alla domanda: “Sono stato tradito, posso chiedere l’ANNULLAMENTO?”, non si può rispondere su due piedi né sì né no. Bisogna vedere che cosa c’è a monte del tradimento. Il tradimento in sé (se avvenuto dopo le nozze), non è causa di NULLITA’, per quanto possa essere qualcosa di molto doloroso per chi lo subisce.
Capisco che entrare in questo tipo di logica non è proprio immediato, e che le cause di nullità di un matrimonio esulano dal senso comune per cui sembrerebbe logico, invece, un divorzio.
Bisogna entrare subito nell’ottica di pensare che un divorzio si richiede per una serie di note motivazioni, una causa di nullità per tutti altri motivi.
Allego innanzitutto un classico, il link di Wikipedia

http://it.wikipedia.org/wiki/Matrimonio_canonico

conscia però che è un po’ tecnico.
Consiglio invece a tutti la lettura del libro: “E’ valido il mio matrimonio?”, autore Francesco Bersini, casa editrice Leumann (Torino).
È una trattazione alla portata di tutti dove vengono esaminati, con esempi realistici, una trentina di possibili casi di nullità. Alcuni di essi sembreranno anacronistici e irrealistici (del tipo: “ma oggi una cosa così non capita più!”). Credetemi, in caso di matrimoni, diciamo, problematici, la realtà supera di gran lunga la fantasia.
Un’ultima cosa, per ora: ricordatevi che, se sussiste una causa che rende nullo il vostro matrimonio, questa deve essere dimostrata! Con una perizia, con una testimonianza, con una visita medica…. Insomma, non basta che andiate in tribunale ad affermare il vero (o il falso). Qualcun altro dovrà farlo per voi!

1 commento:

  1. Ciao
    utilissimo questo blog. Tuttavia io credo che il discorso del TRADIMENTO sia stato "rimosso" dalla chiesa...altrimenti tutti i matrimoni sarebbero stati da rendere nulli. Diciamo per loro COMODITA' !!

    Infatti tra i canoni di matrimonio risultano:

    la fedeltà: si promettono fedeltà e questa promessa è fonte di reciproco affidamento

    l’indissolubilità: si sposano per tutta la vita, poiché il matrimonio crea un legame sacro tra gli sposi

    quindi, già la chiesa stessa NEGA l'indissolubilità....con il fatto che se uno dei due coniugi tradisce e se ne va, non c'è già più nessuna indissolubilità.

    Se poi vogliamo continuare a "credere" (sulla carta) che quel matrimonio esiste .... si faccia pure, ma ciò non è vero (falsa testimonianza...ops, non era uno dei comandamenti??)

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